Inserimenti lavorativi

La bula nasce come laboratorio per la formazione al lavoro di persone con disabilità, quindi ha nelle sue radici il tema lavoro, inteso come strumento fondamentale di integrazione sociale, tramite il quale acquisire autostima, identità, autonomia, e costruire relazioni. Purtroppo un’occupazione stabile e duratura oggi, ancor più per una persona svantaggiata, è un obiettivo non sempre facile da raggiungere. La bula ha quindi provato a dare una risposta a questa esigenza così importante, articolando ulteriormente i percorsi possibili: oltre a dare continuità alla formazione lavoro del Centro Socio Occupazionale, nel 2013, ha aperto l’area “B” della cooperativa, che ha permesso di poter effettuare degli inserimenti lavorativi veri e propri o favorire processi di acquisizione di competenze professionali.
Ecco alcune modalità:

L’area “B” con le sue competenze, know-how e strumentazione è in grado di garantire livelli professionali che ci permettono di svolgere commesse private sia nell’ambito della digitalizzazione che in quello della falegnameria. Qualche esempio? I lavori di digitalizzazione del Fondo Clerici per la Casa della Musica, o del Fondo Silva per l’Associazione Bibliomondo, ma anche la creazione di scatole in legno per i pacchi natalizi della ditta Casappa, l’imbustamento di campioni di prodotti Davines o gadget, premi e regali aziendali realizzati per la Chiesi.

E’ uno strumento che consente alle aziende di assolvere all’obbligo di assunzione di persone svantaggiate, attraverso l’affidamento di una commessa di lavoro ad una cooperativa sociale, che a sua volta si impegna ad assumere una o più persone con svantaggio

Tramite la convenzione ex art 22, a Digitarlo, abbiamo assunto da diversi anni 1 persona per la digitalizzazione dell’archivio audiovisivo di Fondazione Teatro Due

Da Aprile 2023, con grande soddisfazione, abbiamo con noi 3 nuovi lavoratori che portano avanti commesse della ditta Casappa S.p.A., grazie alla nuova convenzione stipulata.

Sono concreti esempi di virtuosa collaborazione tra profit e no profit, con vantaggi per tuttile persone diventano parte del sistema produttivo, le aziende offrono lavoro rispettando la legge sugli obblighi di assunzione, la cooperativa aumenta le opportunità lavorative, il welfare può ri-destinare economie all’assistenza di altre persone in difficoltà.

Quando pensiamo ad un progetto, pensiamo a dare opportunità alle persone, perché siano attive protagoniste delle nostre idee: così è avvenuto per la digitalizzazione di manifesti e immagini degli anni sessanta e settanta dell’archivio Pezzi di Bologna e del Centro Studi Movimenti di Parma nell’ambito del progetto ‘68 Digitale, finanziato da Fondazione Cariparma. Una persona svantaggiata, dopo un periodo di tirocinio formativo, è stata assunta dalla cooperativa.

Negli anni abbiamo realizzato diversi corsi, attraverso la collaborazione con vari interlocutori, tra cui Enti di Formazione e Associazioni: ad esempio corsi di propedeutica alla grafica e falegnameria in partnership con Irecoop, oppure corsi di approccio alla falegnameria con Ciac. Spesso i corsi hanno poi dato esito a tirocini formativi, sia presso di noi, che presso altri enti, nonché assunzioni.

In ottemperanza alla legge regionale 14/2015, la cooperativa può accogliere tirocini formativi di vari livelli, offrendo percorsi in tutti i nostri settori: dalla falegnameria, alla colorazione, alla digitalizzazione, fino ad alcune mansioni attinenti a mensa e cucina.

Grazie ad un importante finanziamento stanziato da Fondazione Cariparma, Bando Inclusione e Conciliazione, nel 2022 abbiamo avviato questo nuovissimo progetto, che ci vedrà fortemente impegnati nei prossimi due anni.

Il progetto prevede di innovare processi ed azioni valorizzando abilità creative, cognitive e manuali, con la finalità dell’inclusione sociale e lavorativa, in forte connessione con il tema ambientale. Siamo spesso abituati a pensare che ambiente, economia ed inclusione sociale non possano andare di pari passo. Con questa idea progettuale si possono non solo far coesistere questi domini, ma potenziarli reciprocamente.

Punto cardine che sostiene il progetto è infatti la creazione di un’economia cicolare basata sulla filiera di riciclo e sull’uso di energia rinnovabile che permetta l’attivazione della persona con disabilità e svantaggio (nuove competenze, visione di sé professionale, partecipazione attiva), accogliendo desideri e potenzialità in vista dell’autodeterminazione e del riconoscimento sociale della stessa.

Nell’arco di due anni avvieremo l’assunzione a tempo determinato di 2 nuove persone con svantaggio (obiettivi agenda 2030: 1, 5, 8) con l’obiettivo di stabilizzarle, fino ad arrivare ad un tempo indeterminato.

Per innovare i processi di apprendimento, formazione e lavoro andremo ad intercettare materiali quali legno, cartone, metallo, plexiglass, juta ecc… Natura, dimensioni e forme diverse dei materiali dovranno attivare nuove idee, processi creativi e oggettistica, con nuove fasi di lavoro, partendo, non da un’idea preconcetta, ma dalle potenzialità del materiale e della persona stessa. Da qui i nostri obiettivi a diversi livelli:

  • Crescita individuale e sviluppo dell’autodeterminazione delle persone già inserite nei servizi;
  • Creazione di nuove opportunità di ingresso nei servizi per nuovi giovani con disabilità;
  • Promozione del progetto e dell’oggettistica come veicoli di inclusione sociale:per raggiungere questo obiettivo,il progetto prevede la creazione del nuovo sito istituzionale, più accessibile e dinamico, che sappia cogliere in modo veloce ed immediato l’interesse dei fruitori, in vista della valorizzazione delle persone con disabilità e dell’incremento del nostro mercato solidale green. Il sito inoltre sarà strettamente collegato ai nostri social, strumenti di aggiornamento già ampiamente uttilizzati dalla cooperativa, in modo che i due sistemi comiunicativi si valorizzino a vicenda. Realizzeremo anche incontri con le scuole, in collaborazione con il Centro Studi Movimenti di Parma, al fine diffondere una visione ambientale e sociale ampia, che rinforzi il rispetto per le persone e per l’ambiente;
  • Riconoscimento sociale della persona con disabilità per la competenza professionale e per il rispetto ambientale che porta: diventa protagonista di un intervento complementare e integrativo ai processi industriali/aziendali, che per loro natura non possono che eliminare ciò che non è standardizzato, ed è soggetto portatore di innovazione all’interno di un sistema di economia circolare, territorio ancora poco esplorato, ma di grande attualità come da Agenda 2030.

Attraverso l’intercettazione di materie prime di scarto e l’acquisto di 1 mezzo di trasporto elettrico, ci aspettiamo una riconversione ecologia dell’80 % della produzione di oggettistica/mobilio nell’arco di due anni (obiettivi agenda 2030: 7, 11, 12).

Uno dei temi centrali della nostra epoca è la limitatezza delle risorse naturali e troppo spesso lo spreco. Il progetto rivaluta gli scarti come materiali utili e rende le attività di recupero vettore di inclusione sociale.

La  bula, che in dialetto parmigiano significa segatura, ha già insito nel nome il tema del riciclo, in particolare del legno: capitava, e capita tutt’ora, che parte del legno venisse recuperato o fosse frutto di donazioni di privati. Tuttavia col passare del tempo reperire in maniera informale materiale adatto è diventato sempre più complesso e nel frattempo i costi delle materie prime sono aumentati, fino ad arrivare ai picchi di questo periodo, che riflettono la grave situazione globale a livello di risorse disponibili.

Da qui i nostri obiettivi e azioni:

  • Riciclo di materiali prima che diventino rifiuti: con questa azione produrremo oggettistica green, con un bassissimo impatto ambientale, azzerando i costi di acquisto e trasporto delle materie prime, e ridurremo i costi e l’impatto dello smaltimento dei rifiuti per le aziende con cui collaboreremo. L’utilizzo di questi materiali rappresenta anche una questione di razionalità e responsabilità verso la comunità e l’ambiente;
  • Attivazione di una filiera aziendale strutturata di economia circolare: l’uso prevalente di materiali di scarto permetterà indirettamente la minor produzione di materie prime vergini (abbattimento di alberi e costi di produzione);
  • Energia rinnovabile: Il mezzo di trasporto elettrico verrà ricaricato presso Digitarlo grazie all’impianto fotovoltaico già presente, abbattendo emissioni di CO2 e inquinamento.

Il progetto, una volta acquistata tutta l’attrezzatura necessaria, ha l’obiettivo di essere auto-sostenibile in quanto si inserirà in un contesto strutturato (Servizio di Centro Socio Occupazionale e Area B) che offre una prima garanzia di stabilità. Nei primi due anni affronteremo un grosso autoinvestimento, in quanto i fondi stanziati arriveranno a conclusione del progetto, ma successivamente l’impianto progettuale avviato potrebbe essere un sostegno all’intero sistema cooperativo grazie a:

  • Innovazione dei servizi di formazione/lavoro, rendendoli più attrattivi e aperti a nuovi fruitori;
  • Adeguamento degli strumenti di lavoro: i limiti che abbiamo individuato sono soprattutto nel trasporto e nella pre-lavorazione dei materiali, fasi che richiedono macchinari specifici. Infatti, per passare dallo scarto all’oggetto finito, sono necessarie lavorazioni intermedie, come ridimensionamento, piallatura, levigatura ecc… Acquisteremo macchinari che siano funzionali, ma anche sicuri, per permettere l’accesso e l’uso a tutti e rinnoveremo la falegnameria di Strada Quarta in stretta connessione con il laboratorio di artigianato digitale di Digitarlo;
  • Risparmio economico nell’acquisto e nel trasporto di materiali;
  • Ampliamento del nostro mercato solidale, che diventa green!

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